L'UNICA SOLUZIONE E' IL FEDERALISMO FISCALE
"In questi giorni sono state scritte e dette tante cose rispetto all’imu, non solo rispetto alle modalità di pagamento ma anche rispetto alla genesi della strutturazione.
Noi, da amministratori di comuni grandi o piccoli che siano, ci troviamo tutti i giorni a cercare risorse, a razionalizzare e tentare di unire i servizi, per dare servizi migliori alla nostra gente.
Siamo oggetto di critiche e consensi, come è giusto che sia quando si fa; quasi mai le decisioni assunte soddisfano l’intera comunità, nonostante l’obiettivo è e rimane sempre il ‘bene comune’, sono naturali i dibattiti e le prese di posizione rispetto alle nostre scelte.
Ciò che riteniamo innaturale è che lo stato non ci dia la possibilità di scegliere.
Ci hanno tagliato i trasferimenti, ci hanno tolto le tesorerie ed ora ci chiedono di fare gli esattori per loro conto incassando l’imu che per gran parte andrà a finire nelle casse dello stato centrale.
Hanno archiviato qualsiasi giusta iniziativa che propendeva al federalismo fiscale, non hanno dato seguito al decreto sul federalismo demaniale, non riusciamo a sostenere nemmeno il trasporto pubblico locale visto il taglio dei trasferimenti di settore.
Avevamo e abbiamo liquidità che non possiamo spendere a beneficio delle nostre comunità perché i vincoli del patto di stabilità non ce lo concedono.
I vincoli del patto di stabilità non ci consentono nemmeno di pagare, in tempi congrui, le aziende che hanno lavorato e lavorano per gli enti che amministriamo.
Abbiamo chiesto al governo di porre rimedio alla norma, ma non paiono essere interessati alle sorti delle nostre aziende nemmeno in un momento difficile come questo.
Alcuni di noi attendono la copertura di opere pubbliche che non possiamo sostenere da soli, che sono strategiche per il territorio e di cui abbiamo pagato e seguito la progettazione.
Tutti i giorni tentiamo di dare risposte ai nostri cittadini ed alle nostre imprese che soffrono la gravissima situazione di crisi economica ed occupazionale.
Il nostro non è ne un grido di dolore ne un appello ma una pubblica denuncia sull’atteggiamento dell’esecutivo centrale che non conosce i sacrifici che tutti noi facciamo quotidianamente.
Non c’è colore politico che possa sostenere una situazione di questo tipo, non c’è per noi condizione politica che possa sostenere l’atteggiamento di questo governo che non solo è sordo alle nostre istanze ma ci usa come agenti ‘incassatori’ per conto dello stato centrale.
Inoltre siamo stanchi di essere ‘sbeffeggiati’ dallo stato centrale quando conosciamo i nostri numeri , con dovere istituzionale nel lodigiano tutti rispettiamo le regole ed i vincoli, cosa che non succede al sud dove tutto è possibile e delle regole se ne ‘lavano le mani’.
Le comunità, le identità vivono solo ed esclusivamente se sostenute, a differenza loro la nostra facoltà decisionale è un diritto acquisito dalla volontà dei nostri elettori.
Se a questo ‘strano’ paese vengono chieste riforme, noi siamo ancor più di prima convinti che solo un concreto federalismo fiscale possa risollevare le sorti della nostra economia e delle autonomie locali.
Esattamente il contrario dei provvedimenti assunti dal governo Monti; lo diciamo nel rispetto istituzionale ma anche a tutela della nostra autonomia decisionale e soprattutto delle comunità che serviamo."
Gli amministratori lodigiani della Lega Nord e la segreteria provinciale della Lega Nord